La mobilità rappresenta un elemento chiave per lo sviluppo sostenibile delle città e l’utilizzo di risorse in modo più efficente. Ogni giorno, milioni di cittadini si spostano per lavoro, svago, viaggi e attività giornaliere. Ecco perché il futuro della mobilità stessa ha impatti anche su chi queste città le abita e le vive quotidianamente.
Sebbene l’auto resti di gran lunga uno dei mezzi preferiti per gli spostamenti abituali (indagine Aretè), pensiamo all’uso delle automobili in ambito urbano. Come afferma Stefano Maggi in Mobilità sostenibile:
“l’auto di proprietà non è un buon investimento per la gran parte dei guidatori, cioè per chi la usa per meno di 10mila chilometri all’anno, e di solito in ambito urbano”.
Non a caso, fenomeni come quello del car sharing, car pooling o servizi di trasporto peer-to-peer, hanno preso piede negli ultimi tempi tra le fasce più giovani della popolazione. Nei conducenti tra i 18 e i 40 anni, infatti, si evidenzia una minore incidenza dell'utilizzo della vettura di proprietà, a favore di sistemi basati sul concetto di mobilità condivisa, grazie all’uso di app e nuove tecnologie.
Quali conseguenze? Quali i principali trend da considerare?
“Una trasformazione gigantesca per cui non c’è più tempo”, afferma Draghi per descrivere una delle sfide più importanti da affrontare nei prossimi anni. Secondo l’Osservatorio Nazionale Sharing Mobility, tra le principali tendenze in evoluzione all’interno della mobilità condivisa, troviamo la micromobilità e la mobility-as-a-service, un modello flessibile e on demand in grado di garantire all’utente diverse alternative di trasporto e/o viaggio pubblico e privato. Difatti, è stata coniata l’espressione MaaS is MooD: MaaS come mobilità on demand.
L’obiettivo è quello di mettere al centro dei servizi di mobilità il cittadino stesso, offrendo soluzioni su misura, in linea con i bisogni individuali e collettivi. Che si tratti di trasporto pubblico locale, bus privati, tram, metro, car sharing, bike sharing - dall’emissione del biglietto al pagamento - queste soluzioni presenti nelle singole città vengono integrate e aggregate per mezzo di una piattaforma (e/o applicazione) di condivisione dei dati, secondo tre livelli di erogazione del servizio:
- piattaforma a scopo informativo: vengono raccolte e condivise le informazioni di base (quali prezzo, orario, mappe) e ottimizzate per la costruzione di percorsi e itinerari;
- piattaforma con possibilità di pagamento: alle informazioni di base si aggiunge la possibilità di pagare l’eventuale biglietto e/o utilizzo del sistema di trasporto;
- piattaforma con abbonamento: una sorta di Netflix della mobilità; vengono messi a disposizione dell’utente varie tipologie di abbonamento per usufruire (anche illimitatamente) di ogni mezzo e servizio.
Ciò garantisce al cittadino una serie di vantaggi quali:
- possibilità di avere accesso ai servizi via smartphone;
- alti livelli di personalizzazione in base alle specifiche esigenze di mobilità;
- una reale alternativa all’uso dell’auto privata.
Inoltre, il MaaS Project Coordinator del Transdev Group, Aurelien Cottet, ha dichiarato che i sistemi MaaS possono crescere seguendo tre modelli:
- servizio G2C - Government to Consumer: si tratta di MaaS di natura pubblica che perseguono obiettivi collettivi e per singole comunità locali, sostenuti possibilmente da risorse pubbliche e riferiti a un servizio di trasporto pubblico;
- servizio B2C - Business to Consumer: di natura commerciale, con diffusione su larga scala, anche a livello globale;
- servizio B2B - Business to Business: di tipo corporate, per le aziende, con l’intento di generare valore gestendo la mobilità dei dipendenti e/o le flotte aziendali.
Quale il ruolo della tecnologia applicata alla mobility-as-a-service per il futuro?
Grazie all’integrazione di tutti questi dati, non è più necessario scaricare le diverse applicazioni dei singoli servizi di mobilità e incrociare le informazioni per capire quali siano i mezzi e i percorsi migliori da intraprendere. Tutto è consultabile in modo agevole, conveniente, sostenibile e on demand. Non a caso, queste piattaforme di dati e applicativi per smartphone stanno rivoluzionando i modelli di business e le modalità di fruizione dei trasporti pubblici e privati.
In Italia, una delle Regioni che sta sperimentando questi nuovi modelli è la Regione Piemonte che ha lanciato il progetto BIPforMaaS: insieme per costruire il nuovo ecosistema di mobilità regionale. Un progetto G2C che intende creare le condizioni per la diffusione di servizi MaaS nell’area urbana e metropolitana di Torino e in tutto il territorio della Regione, a partire dal sistema BIP, l’innovativo sistema di bigliettazione elettronica.
Un esempio di sistema MaaS di tipo B2C, invece, è LYNC&CO: un nuovo modo di possedere un’auto, grazie ad un sistema di membership, adatto alla generazione del domani. Una generazione che desidera poter usufruire di servizi e opzioni senza seccature, che siano flessibili, semplici e sostenibili.
Cosa aspettarci da questo fenomeno? Seguiteci per aggiornamenti sul tema della mobilità!