Negli ultimi anni, la mobilità urbana è diventata un settore chiave per la nascita di soluzioni e tecnologie in grado di impattare sui modelli di business esistenti e su scenari consolidati. 

Dal car al bike sharing, dai servizi station based ai free-floating prenotabili tramite smartphone, dal pay-per-use al trasporto pubblico innovativo: tante sono le applicazioni presenti nel nostro territorio e circa 5,2 milioni sono gli italiani che ne fanno uso.

Già dal 2021, infatti, con il lancio del bando “Mobility as a Service for Italy”, contenuto nell’ambito del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, sono stati avviati servizi innovativi di mobilità per i cittadini e la gestione intelligente dei trasporti. 

Non è un caso, quindi, che la mobilità urbana sia proprio una delle nostre aree di business. In che modo intendiamo presidiarla? 

Gli ambiti di intervento di GreenVulcano Technologies

Nello specifico, quattro sono gli ambiti di intervento e applicativi dei nostri servizi e prodotti nel settore della mobilità, ossia: 

Dalle normative rigide all’aumento dei costi del carburante, dalla manutenzione che può comportare una perdita dei ricavi alla lunga ed estenuante burocrazia: anche per i piccoli e medi gestori di flotte, la gestione di un parco auto/mezzi aziendali comporta lo svolgimento di operazioni e funzioni sempre più complesse. 

Garantire soluzioni ottimizzabili che permettano anche a tali realtà di monitorare e gestire efficacemente tutte le vetture, i veicoli commerciali e le flotte da lavoro è uno dei nostri obiettivi. Come vogliamo raggiungerlo? Grazie allo sviluppo di servizi che raccolgono e presentano informazioni accurate e puntuali derivanti dai dati telematici del veicolo e dai big data supportati dalle informazioni cartografiche. 

Quali sono oggi le alternative all’uso dell’auto privata? È possibile integrare ai mezzi di trasporto pubblici quelli privati? Come gestire tale integrazione? Sono le domande che ogni giorno animano il nostro lavoro! 

Pianificare viaggi su misura, anche in ottica di intermodalità dei mezzi, è diventata una prerogativa per i car rental e i costruttori di automezzi in sharing che intendono affrontare la transizione in atto. 

La nostra soluzione, grazie a una piattaforma con molteplici funzionalità e ad un unico sistema di pagamento, è in grado di rispondere in modo personalizzato a tutte le specifiche esigenze di mobilità. Inoltre, può offrire una reale alternativa all’auto privata. 

Spesso, chi noleggia un’auto, stipula un’assicurazione o è il driver di una flotta aziendale deve gestire e fare i conti con tutti quei processi burocratici necessari all’utilizzo del servizio, a discapito dell’esperienza utente e di guida. Inoltre, non sempre riesce ad avere il controllo completo del veicolo (chilometraggio, percorsi, distrazioni alla guida, eventuali sinistri) o un contatto diretto e agevolato con il gestore del servizio. 

Ecco perchè è importante sviluppare applicativi che coinvolgano il guidatore durante l'intero processo di noleggio e/o ottenimento di un’assicurazione. 

Tra le principali tendenze in evoluzione all’interno della mobilità condivisa, troviamo la micromobilità e la mobility-as-a-service (MaaS), un modello flessibile e on demand in grado di garantire all’utente diverse alternative di trasporto e/o viaggio pubblico e privato (ne abbiamo parlato qui). 

Ma quali? Di cosa si tratta? Le piattaforme MaaS attualmente esistenti, però, spesso hanno elevati costi di personalizzazione, sono incompatibili con un business in rapida crescita e, sebbene consentano di avere dati eterogenei raccolti, non riescono a garantire alcuna analisi, previsione o utilizzo di questi dati. 

In GreenVulcano, invece, abbiamo dato vita a una soluzione - per tutti quei decisori che si occupano di smart mobility - che consente di monitorare, noleggiare, condividere i veicoli in pochi semplici passaggi. Inoltre, è time-to-market, nativa del cloud, facile da utilizzare e con un innovativo processo di configurazione “zero-click”. 

Cosa stai aspettando? Scopri i nostri servizi e prodotti per migliorare la tua offerta legata al mondo della mobilità: una suite completa di applicazioni e moduli integrati per affrontare questo cambiamento. 

Che tu sia un mobility manager, un car rental, un produttore di veicoli, un assicuratore o un guidatore, vivi da protagonista la transizione verso il futuro delle nostre città sempre più smart e connesse

Un mare di libertà tutto Made in Italy  - scrivono Giuseppe Labate e Claudio Fiumara, CEO e COO di E-Sea Sharing, il primo servizio di boat sharing al mondo, pensato e sviluppato per rispondere ai bisogni e desideri di tutti quei viaggiatori che vogliono vivere il mare. 

E-sea sharing, infatti, grazie a un’app dedicata, consente di noleggiare rapidamente il proprio gommone, guidandolo in sicurezza e libertà. Basta cercare il porto più vicino e avviare il noleggio in qualsiasi momento. Il servizio è attualmente disponibile in Costa Smeralda.

Si tratta, quindi, di un progetto che mette in luce il nuovo concetto di sharing mobility del mare. Un progetto che, noi di GreenVulcano Technologies, abbiamo deciso di sostenere e supportare, attraverso lo sviluppo dell’infrastruttura telematica per la gestione del servizio, cominciato nello scorso anno. 

L’innovativa piattaforma software è stata realizzata ah hoc e rispecchia le specifiche necessarie all’erogazione del servizio da parte dello stesso E-Sea Sharing. Attualmente è in rilascio la prima versione dell’infrastruttura e dodici sono le persone del team di GreenVulcano coinvolte.

Ma come è nata l’idea e quali i benefici per i viaggiatori? Ce ne parla il COO della star-up Claudio Fiumara.

  1. Come è nato il progetto E-Sea Sharing?

La start-up innovativa nasce nel 2020 dalla visione di due giovani imprenditori appassionati di mare e tecnologia che hanno deciso di mettere insieme questi due mondi, per dare alla nautica una nuova veste e avvicinarla ai più evoluti sistemi di mobilità su terraferma.

Giuseppe ha da sempre coltivando la propria passione per il mare collaborando con società di charter e gestendo una marina turistica. Claudio, invece, ingegnere per l’ambiente e il territorio e dottore di ricerca, è socio fondatore di uno spin-off universitario ed è in costante ricerca di progetti innovativi. I due, in seguito allo stop forzato causato dal lockdown, hanno deciso così di costituire E-Sea Sharing con l'obiettivo di rivoluzionare e industrializzare il processo della locazione nautica, lanciando sul mercato il boat sharing.

  1. Quali sono i vantaggi per gli utilizzatori del servizio?

I vantaggi offerti al cliente sono molteplici e rispondono all’esigenza di spostamento via mare facile, veloce, alla portata di tutti, superando i limiti propri delle possibilità di scelta attualmente esistenti.

In primo luogo, il servizio permette a chiunque di poter accedere a un’opportunità che fino ad oggi è stata riservata a pochi, a causa dell’elevato costo e delle difficoltà oggettive che caratterizzano il possedere un’imbarcazione. 

I mezzi, essendo equipaggiati con motori da 40 cv, possono essere utilizzati anche da chi non ha la patente nautica. I natanti sono sempre disponibili, geolocalizzati ed individuati per mezzo di un’applicazione mobile, il che rende particolarmente semplice l’utilizzo del servizio. Questo permette al cliente di essere totalmente libero di navigare, a qualsiasi ora, verso qualsiasi tratta, e di rilasciare il mezzo anche in un porto differente da quello di partenza.

Rispetto al noleggio tradizionale, E-Sea Sharing offre il pagamento, contactless e cachless, anche al minuto, cosicché il cliente può decidere di pagare solo per il reale utilizzo.

Il tutto avviene in piena autonomia, senza dovere contattare un armatore, facendo sperimentare la nautica a 360 gradi e offrendo anche ai meno esperti la possibilità di vivere l’esperienza di disormeggio e ormeggio di un natante.

Il servizio viene monitorato da remoto mediante dispositivi tecnologici che hanno l’obiettivo di aumentare la sicurezza in mare, sia per il cliente che per gli altri diportisti.

"Nonostante il crollo del mercato dell'auto nel 2020, le soluzioni per l'auto intelligente e connessa hanno retto l'urto della pandemia, segnando solo una leggera flessione, compensata dalla crescita dei veicoli connessi circolanti in Italia e delle componenti del mercato più innovative, come i servizi abilitati dai dati raccolti dalle smart car – ha affermato Giulio Salvadori, Direttore dell'Osservatorio Connected Car & Mobility della School of Management del Politecnico di Milano.

Questi ultimi, provenienti esclusivamente dalle auto intelligenti - stando a quanto stimato da ResearchMarket - hanno generato un valore di mercato pari a 4 miliardi di dollari. Non a caso, le stesse imprese intravedono nei dati che questi dispositivi possono rendere disponibili numerose potenzialità, tra cui il pagamento di alcune funzionalità dell’auto solo se in uso e le polizze assicurative per i possessori di auto ibride con un premio personalizzato sulla base dell'alimentazione utilizzata. Difatti: 

Il fermento del mercato è testimoniato dalle tante innovazioni che attraversano il settore, come i nuovi modelli di business e di pricing basati sulla valorizzazione dei dati e l'evoluzione tecnologica trainata dal 5G e dai sistemi per la guida autonoma, oltre che dai numerosi benefici che le smart car possono generare per consumatori, imprese e per la società nel complesso, dalla maggiore sicurezza alla riduzione delle emissioni di gas serra, dalle polizze assicurative personalizzate all'ottimizzazione della gestione delle flotte aziendali” - ha continuato Salvadori.

Nel caso delle polizze assicurative, esiste oggi la possibilità di stipulare polizze in cui il premio varia in base a quanti e quali Sistemi Avanzati di Assistenza alla Guida (ADAS) sono presenti nel veicolo. Per esempio, per un'auto dotata di questi sistemi con cilindrata compresa fra 1.300 e 1.800 cc e con un premio iniziale di 170-200 euro l'anno è possibile ridurre il rischio di incidenti del 15-20%, con conseguente sconto sul premio assicurativo pari a 25-40 euro all’anno.

Sulla base di tali premesse, nei prossimi 10-20 anni si assisterà a una drastica contrazione del mercato legato all’assicurazione RC auto tradizionale. Secondo alcuni studi, nel 2040, la diminuzione attesa dei premi sarà pari al 70-80%, con un progressivo spostamento da polizze individuali a polizze collettive (conseguenza della diffusione della sharing mobility).

Quali le prospettive future per automobilisti e assicuratori?

Da un lato, gli utilizzatori puntano al risparmio sui costi della polizza auto; dall’altro, il comparto assicurativo mira a tarare il prezzo su un calcolo del rischio più accurato. Si parla, infatti, di usage-based insurance (UBI), naturale evoluzione della tradizionale polizza RC auto. Un’evoluzione che, per diffondersi all’interno del nostro Paese, presuppone un cambio culturale e normativo, destinato a modificare radicalmente il paradigma delle insurance tech. Passeremo, infatti, da una polizza per veicolo ad una polizza ad personam. Di conseguenza, la scatola nera non verrà vista solo come mero strumento di controllo, ma come strumento in grado di abilitare nuove forme di mobilità

Oggi - per esempio - esistono offerte molto convenienti per le persone che usano l’auto in maniera sporadica. Nello specifico, per i clienti che guidano raramente o solo per brevi tragitti, il premio annuo di una polizza standard può risultare sproporzionato rispetto all’effettiva necessità della copertura. Allo stesso tempo, rinunciare all’auto può essere difficile se si abita o si lavora in una zona poco servita dai mezzi pubblici. La soluzione in questo caso potrebbe essere un’assicurazione a chilometri, opzione che garantisce un sicuro vantaggio in termini di costi totali. Questo tipo di polizza prevede il pagamento di una quota fissa, inferiore alla media dei premi assicurativi, e di una quota variabile in base ai km percorsi dal cliente. Il risparmio, rispetto a un premio assicurativo tradizionale, risulta particolarmente evidente, se si rientra nel limite dei 5.000 km annui percorsi. Il calcolo dei chilometri percorsi dal mezzo è affidato a un dispositivo satellitare messo a disposizione dalla compagnia assicurativa, che già oggi abilita nuovi servizi accessori a pagamento come la funzione della black box o scatola nera per rintracciare l’auto in caso di furto. 

Cosa ci aspetta nei prossimi anni: la visione di GreenVulcano

Una maggiore conoscenza dell’effettivo utilizzo del veicolo e il monitoraggio comportamentale dello stile di guida del conducente aiutano a customizzare l’offerta assicurativa in modo più efficiente. 

La grossa sfida sarà quella di avere una polizza personale che possa essere attivata su uno o più veicoli, con la possibilità di pagare per km percorsi, dinamicamente e in real-time, attraverso un’app-mobile e un device TAG in grado di identificare, all’inizio del viaggio, il driver, il veicolo e i km percorsi. 

L’Internet of Things, ovvero l’Internet delle Cose, quasi sempre chiamato con l’acronimo IoT, è un mercato che solamente in Italia vale quasi 3 miliardi di euro con una crescita del 40% solo nell'ultimo anno. L’IoT è un termine coniato nel 1999 da Kevin Ashton, classe 1968, un pioniere e visionario tecnologico, fondatore del consorzio di ricerca Auto-ID Center con sede al MIT. Mentre lavorava sulla RFID, l’identificazione a radiofrequenza, concepì un sistema di sensori che collegavano il mondo fisico alla rete estrapolando informazioni da oggetti e rendendole utilizzabili digitalmente. Nell’IoT troveremo sempre tre componenti di base: strumenti dotati di sensori + un software di integrazione + internet per la connessione al mondo esterno (ed eventualmente anche software di AI e/o soft cloud per servizi ulteriori). (altro…)

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